Sabato, 08 Giugno 2013 03:10

Gente di frontiera. Storie di sacerdoti che non cedono

Scritto da  Gerardo

Con piacere, condividiamo la recensione di Domenico Pizzuti s.j. al libro della giornalista Ilaria Urbani, dal titolo La buona novella. Storie di preti di frontiera, con la prefazione di Roberto Saviano (ed. Guida, Napoli 2013, pp. 195, euro 12,00).




La “buona novella” - il titolo del volume è preso in prestito dal concept-album di Fabrizio De Andrè ispirato dai Vangeli apocrifi - sono le storie di tredici preti, che vivono ed operano in diverse frontiere o periferie dell’area napoletana. Le loro storie sono state raccolte con partecipazione da Ilaria Urbani, giornalista collaboratrice di Repubblica Napoli, che evita volutamente la forma intervista in modo che i loro racconti diventino un’unica voce, quella sua e le loro messe insieme, un libro corale. «In ogni periferia in cui sono stata, testimonia la Urbani nella premessa, mi sono sempre imbattuta in una chiesa aperta, in un oratorio, o in una sagrestia ospitale. (...) Ho sempre trovato un altro punto di vista, per andare oltre la cronaca, una lettura dei fatti cui non avevo pensato prima».

Le storie di questi “tredici apostoli”, alcuni noti altri meno noti, che non sono né eroi né antieroi, spaziano dall’area Nord di Napoli (Secondigliano, Scampia, Miano) dove troviamo ben cinque presenze tra cui due gesuiti, a quella orientale, ai Quartieri spagnoli, alla Sanità, Pozzuoli e Castel Volturno, e manifestano una conoscenza del loro ambiente che ricostruisce i fili di una storia sociale dei diversi territori, con episodi inediti per la partecipazione diretta ad eventi non sempre riportati dalla cronaca o dimenticati. Si rivelano antenne sensibili per la penetrazione dei problemi dell’ambiente di vita nel corso di decenni di impegno, ma nel contempo operatori sociali “volontari” per le iniziative intraprese creativamente per il contrasto alla criminalità organizzata ed al traffico e diffusione della droga, , per avviare soluzioni alla mancanza di lavoro specialmente delle giovani generazioni, all’ ottusità mentale di strati meno privilegiati, all’indifferenza di altri. Ed ai reclusi nei carceri di Poggioreale e Secondigliano che provengono da queste periferie problematiche.

Un manipolo di testimoni variegato per provenienza, sono napoletani, ma anche centro-settentrionali e due africani, sacerdoti diocesani e religiosi, hanno un piglio imprenditoriale ma sempre educativo, hanno creato in mezzo a difficoltà ed resistenze cooperative ed associazioni sociali, oratori, iniziative scolastiche e di avviamento al lavoro, di sostegno a bisogni primari per napoletani ma anche per immigrati e rom. Hanno dato fiato alla denuncia della violenza e ingiustizie perpetrate, ma optato sempre per risposte concrete e la crescita delle coscienze. «Tredici uomini coraggiosi, chiosa Roberto Saviano nella Prefazione, che ci mostrano quotidianamente cosa voglia dire la parola missione, cosa significhi amare il prossimo ea cosa sia davvero la Chiesa». Un volume edificante ma non celebrativo, perché specchio di testimonianze di vita che parlano da sole e sono portatrici di speranza non solo per territori di frontiera, raccontate laicamente.

Perché non pensare a raccogliere anche le storie di donne e uomini volontari di frontiera negli stessi ambienti?


Domenico Pizzuti s.j.

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